RIFRAZIONE DELLA LUCE
Se la
luce attraversa la superficie di separazione di due mezzi trasparenti diversi,
subisce una deviazione.
Si usa
spesso un semicilindro di vetro (o di
plexiglass), col quale è
abbastanza agevole la misura dei due angoli (formati con la normale nel punto
d'incidenza : ' i ' detto angolo d'incidenza
ed ' r ' angolo di rifrazione.
Se la
velocità v2 con cui
la luce si propaga nel secondo mezzo (come avviene ad es. nel vetro)
è minore della v1 nel primo (che nel nostro caso è l'aria), la luce si
avvicina alla
normale ' n ' per cui risulta che l'angolo di rifrazione ' r ' è minore
di quello d'incidenza ' i ' e
viceversa nel caso contrario.L'esperienza dimostra che al variare
dell'angolo d'incidenza ' i ' fra
zero e 90 gradi, varia anchel'angolo di rifrazione ' r ', ma che,
per ogni
determinata coppia di mezzi,
si mantiene costante il rapporto :
sin ( i ) / sin ( r ) = v1 / v2 = n
Alla costante ' n
' si dà il nome INDICE DI
RIFRAZIONE del mezzo (2) in cui la luce arriva, rispetto al
mezzo (1) da cui proviene.
Spesso il
mezzo da cui proviene la luce è l'aria, e in questo mezzo (come nel vuoto) la
velocità di propagazione è massima e si indica con ' c '.
Quindi
scriveremo : sin (i) / sin (r) = n
= c / v essendo ' v ' la velocità con cui la luce si
propaga nel mezzo (2) in cui arriva.
Il massimo angolo d’incidenza è 90° e gli corrisponde il
massimo angolo di rifrazione (caratteristico del materiale trasparente usato).
Quando al
tramonto molti raggi di luce solare colpiscono la superficie del mare
tangenzialmente, il sub vede la luce rifratta-
Un'analogia
meccanica, dovuta ad Einstein, ci permetterà di capire e di ricordare meglio il
fenomeno della rifrazione della luce.
Immaginiamo che due uomini trasportino un lungo palo
procedendo di pari passo.Finché
entrambi camminano fuori dall'acqua, il palo viene spostato parallelamente a se
stesso, ma appena uno dei due entra nell'acqua, comincia a
rallentare, il palo ruota e riprenderà a traslare in una nuova
direzione quando anche l'altro
uomo entrerà con i piedi
nell'acqua. Così la luce che nell'aria si propaga con una velocità maggiore che
non nell'acqua, quando attraversa la superficie
di separazione di un mezzo in cui rallenta, tende ad avvicinarsi allanormale
nel punto d'incidenza.
Si capisce che se l'angolo d'incidenza è nullo, non si ha rifrazione. In tal caso, nell'esempio precedente, i due uomini entrano nell'acqua contemporaneamente e rallentano, ma il palo non ruota.
Per la
luce, analogamente, quando l'angolo d'incidenza è nullo, lo è anche quello
di rifrazione ed il raggio luminoso prosegue nella stessa direzione.
Infine vogliamo cercare di capire perché
una lente biconvessa ha la proprietà
di piegare un fascio di raggi luminosi
paralleli all'asse ottico, facendoli
convergere verso di esso.
Ad es. il
raggio AI, incontra nel punto ' I ' la superficie di separazione aria-vetro e
dato che questo materiale è più
rifrangente dell'aria, deve
avvicinarsi dalla normale nel punto d'incidenza per cui subisce una prima deviazione
verso l'asse ottico.
Il raggio rifratto I - I', giunto nel punto I' vi incontra la superficie di separazione
vetro-aria, ma ora va verso il mezzo
meno rifrangente (qual'é l'aria, rispetto al vetro) e
nell'emergere si deve allontanare dalla normale, piegando ancora verso
il basso, quindi ancora verso l'asse ottico.
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