IL PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
Con un celebre
esperimento fatto fra il 1840 ed
il 1870, James Joule dimostrò che il calore è una forma di ENERGIA e non un fluido (calorico) come molti
ritenevano.
Un corpo può essere riscaldato sia fornendogli calore,
che lavoro, cioè energia meccanica. Po-
tremmo riscaldare l'acqua nella vasca da bagno, facendo
cadere in essa ripetutamente un peso
da una certa altezza.
Se l'acqua fosse
40 litri e si
volesse aumentare la sua temperatura di un solo grado, lasciando
cadere un peso di 10 N da 2 m di
altezza, dovremmo ripetere la caduta per più di 8000 volte.
Joule non
faceva cadere il peso direttamente nell'acqua, ma fuori.
La caduta del peso faceva ruotare delle
palette che riscaldavano l'acqua.
Il valore del tasso di scambio, fu poi da lui stesso verificato sperimentalmente anche in un secondo esperimento in cui riscaldò l'acqua con l'energia …. elettrica, (come facciamo noi oggi con lo scaldabagno .. elettrico).
Il valore del tasso di scambio, fu poi da lui stesso verificato sperimentalmente anche in un secondo esperimento in cui riscaldò l'acqua con l'energia …. elettrica, (come facciamo noi oggi con lo scaldabagno .. elettrico).
Trovò una
legge di
diretta proporzionalità fra il lavoro
L impiegato ed il calore Q prodotto, per cui il rapporto :
L / Q = costante = J = 4186 J / Kcal
Il peso cadendo fa ruotare le palette che, per attrito
riscaldano una data massa di acqua contenuta nel calorimetro, (le contro
palette fisse ne limitano la rotazione). Dopo ogni caduta, riportava il peso in
alto, senza far ruotare le palette.
Ma si può essere certi che tutto il calore prodotto venga utilizzato dall'acqua per
aumentare la propria temperatura ?
Con la temperatura è aumentato anche il volume
dell'acqua (a causa della
dilatazione termica) e nell'espansione, una parte dell'energia è
stata utilizzata per fare il lavoro p*dV contro la pressione esterna.
Ma la quantità di energia p*dV che l'acqua
spende nella dilatazione è quasi del tutto trascurabile in confronto a quella
assorbita, basterebbe utilizzare le densità dell'acqua alle due temperature per
calcolarla (e Joule certamente lo sapeva)..
In generale però potremo affermare che L = J*Q soltanto
se la sostanza (liquida, solida o gassosa) sulla quale si opera compie una trasformazione CICLICA, cioè se le
sue condizioni finali coincidono con quelle iniziali.
Se la trasformazione non è ciclica, in generale la differenza J*Q - L risulta diversa da
zero.
E' ad es. possibile verificare che nella
trasformazione di 1 cm3 di acqua a 100 °C in vapore
a 100 °C, la differenza J*Q – L = 500 cal.
La coesione nei liquidi dimostra che le molecole si attirano. Nel vapore sono più lontane e ciò richiede energia che rimane immagazzinata sotto forma di energia potenziale (come avviene per una molla allungata).
La coesione nei liquidi dimostra che le molecole si attirano. Nel vapore sono più lontane e ciò richiede energia che rimane immagazzinata sotto forma di energia potenziale (come avviene per una molla allungata).
Vogliamo ora dimostrare che per far passare un sistema
(solido, liquido, gassoso) da uno
stato iniziale A ad uno finale B, mentre i valori di Q
e di L
variano al variare della trasformazione seguita, la loro
differenza è la stessa.
Se esprimiamo Q ed L
nella stessa unità di misura, dimostreremo che :
Q1 - L1
= Q2 - L2.
La trasformazione inversa B3A riporta il sistema dallo
stato finale B a quello iniziale A.
Le due trasformazioni A1B3A e
A2B3A sono entrambe 'cicliche', per cui potremo scrivere :
(1) Q1+Q3
= L1+L3
, (2) Q2+Q3 = L2+L3.
Sottraendole membro a membro, si ha :
Q1 - L1
= Q2 - L2.
La differenza Q -
L gode quindi della stessa proprietà che
ha in Meccanica il lavoro di una forza conservativa. Come nel caso meccanico si
era introdotta la funzione energia potenziale che dipendeva dalle coordinate
spaziali, riferite ad un livello arbitrario, così in Termodinamica si introduce
una funzione
di stato dipendente da p, V
e T (invece che da coordinate spaziali).
Questa funzione è detta 'ENERGIA INTERNA' del sistema
considerato ed è determinata a meno di una costante
arbitraria e si pone : Q - L = dU , essendo
dU = U(B) - U(A) la variazione di energia interna fra i due stati
estremi A e B considerati.
Non importa, né in generale è possibile, conoscere il valore dell'energia interna, perché, come avviene anche in meccanica con l'energia potenziale, interessano
solo le sue variazioni.
L'energia interna è data dalla somma delle energie
cinetiche e potenziali delle sue molecole.
La Teoria cinetica dei gas, utilizzando un modello
meccanico, ci consentirà di poter calcolare le variazioni dell'energia interna
per i gas monoatomici e biatomici.
Bisognerà stare attenti ai segni di Q ed L. Se si tratta di
calore che il sistema assorbe dall'esterno, Q va considerato positivo e
negativo il calore che il sistema scarica all'esterno.
Il lavoro è invece positivo nell'espansione e negativo nella compressione.(NON TUTTI PERO’ SEGUONO QUESTA
STESSA CONVENZIONE).
CONCLUSIONI
Per
un ' SISTEMA ISOLATO ' che non può quindi scambiare con
l'esterno né calore, né
lavoro, risulta dU = 0, cioè U
= costante.
L'equazione
Q – L = dU
(che rappresenta il Primo principio
della Termodinamica), ci permette di
estendere il principio di conservazione dell'energia meccanica, che
difettava in presenza di attriti o di altre
forze non conservative,
a tutte le possibili
forme di energia, (comprendendo
ora anche quella termica).
L' Universo è un sistema isolato e nel suo
interno si possono avere solo
conversioni di energia da una forma ad un'altra, ma non
variazioni.
oooooo
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