TRASFORMIAMO UN TRIANGOLO DI RESISTENZE ELETTRICHE IN UNA STELLA
Si può verificare sperimentalmente che al
triangolo di resistenze R1,R2 R3, si può
sostituire una stella, avente per centro un punto ' S ' e i cui lati sono paralleli alle bisettrici
degli angoli del triangolo.
Ciascuna resistenza della stella si
ottiene moltiplicando le resistenze dei due lati del triangolo (fra i quali è compresa) e dividendo per la
somma delle tre resistenze del triangolo (perimetro).
r12 = R1*R2 / (R1+R2+R3)
, r13 = R1*R3
/ (R1+R2+R3) , r23 = R2*R3
/ (R1+R2+R3)
Se, per esempio,
fosse : R1 = 20 Ω , R2 =
50 Ω, R3 = 30 Ω , risulterebbe :
r12 = 20*50 / 100 =
10 Ω ,
r13 = 6 Ω , r23
= 15 Ω.
Consideriamo come
primo esempio un circuito molto importante per le applicazioni :
In
questo circuito le resistenze non sono collegate né in serie, né in
parallelo, per cui anche se fossero
conosciuti i valori delle 6 resistenze e quello di Vo , non saremmo in grado di
calcolare le correnti.
Non sembra esserci alcun triangolo, ma
ridisegnando il circuito in maniera leggermente diversa ne vedremo chiaramente
uno (dei due presenti).
Nella prossima videata sostituiremo al
triangolo di R1,R2,R3 una stella equivalente e
potremo rendere calcolabile la resistenza totale e tutte le correnti nelle
singole resistenze.
Segue applicazione
numerica
Ecco un esempio numerico di questo importante circuito.
Dati : R1 = 20
Ω , R2 = 30 Ω , R3
= 50 Ω , R4 = 20 Ω , R5
= 5 Ω , r = 2 Ω ,
Vo = 60 V
Calcoli : r12 = 6 Ω , r13 = 10 Ω , r23 = 15 Ω
Utilizzando la trasformazione triangolo-stella il
circuito diventa facilmente semplificabile.
Perché r13 risulta in serie con R4 , quindi
:
R(SBD) = 30 Ω,
r23 è
in serie con R5 (quindi :
R(SCD) = 20 Ω),
Il parallelo R(SD) = 12 Ω è in serie con r12 ,
quindi
R(AD) = 18 Ω,
R(tot) = 20 Ω , i(tot) = 3 A , V(AS) = 18 V , V(SD) = 36 V
Volendo calcolare le correnti nelle resistenze del
circuito di partenza, (in R4 ed R5 le abbiamo
calcolate nel secondo circuito, i4 = 1.2 A ed
i5 = 1.8 A), ci servono le 3 differenze di potenziale :
[ V(AB), V(AC), V(BC)] che possiamo calcolare ancora nel
secondo circuito.
Infatti : V(AB) = V(AS) + V(SB) = 18 + 12 = 30 V quindi
nel primo circuito : i1 = i(AB) = 1.5 A
V(AC) = V(AS) + V(SC) = 18 + 27 = 45 V quindi
nel primo circuito : i2 = i (AC)= 1.5 A
V(BC) = V(BS) + V(SC) = - 12 + 27 = 15 Vquindi
nel primo circuito : i3= i(BC) = 0.3 A
La resistenza R3 nel ramo BC è l’unica nella
quale la corrente i3 può avere due possibili versi.
Se V(BC) > 0 la i3 andrà da B verso C (come
nel nostro esempio), se invece V(BC) < 0 la cor-
rente i3 andrà nel verso da C a B.
Sarà anche possibile il caso in cui V(BC) = 0 per cui
risulterà i3 = 0 (questo caso viene utilizza-
to nel famoso Ponte di Wheatstone, che studieremo.
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I
PRINCIPI DI KIRCHHOFF (DIMOSTRAZIONE)
Consideriamo una
maglia (cioè un circuito chiuso),
contenente più generatori.
Questa
ne contiene tre (E1, E2, E3).
Come calcolare la corrente ed il verso in
cui circola ?
Innanzitutto osserviamo che due (E1 ed E2) dei
tre generatori, tendono a mandare
la corrente in verso
orario, mentre il
terzo tende a mandarla in verso
antiorario.
S'intuisce facilmente che prevale il
generatore E3 e
che la corrente circolerà
in verso antiorario e che l'intensità di questa corrente sarà :
i = (E3-E1-E2)/(r1+r2+r3+r4)
= 0.25 (A).
Comunque, per dimostrare
questo risultato, seguiremo un procedimento
più lungo, allo scopo di dimostrare il 2° principio di Kirchhoff
anche nel caso di un circuito costituito da due o più maglie.
Ci baseremo sull'identità :
(1) [V(A)-V(B)]
+ [V(B)-V(C)] +
[V(C)-V(D)] + [V(D)-V(A)]
= 0.
Fissiamo arbitrariamente come verso
positivo di questa corrente, quello '
orario ', anche se abbiamo intuito che la corrente circolerà nel verso opposto.
Cominciamo col
calcolare la prima delle quattro d.d.p.
: V(A) -V(B) = + i*r4 (positiva perché la corrente,
convenzionalmente è costituita dal movimento di cariche positive che si spostano
dai punti a potenziale maggiore verso punti a potenziale
minore.
V(B)-V(C) = [V(B)-V(M)] + [V(M)-V(C)] = i*r2
- E2.
La d.d.p. V(M) -V(C) è negativa
perché, muovendoci nel verso
positivo scelto, (quello orario), incontriamo per primo il morsetto negativo di
E2.
Analogamente risulterà :
V(C) - V(D) = + E3
+ i*r3
, V(D)-V(A)
= i*r1 - E1. Sostituendo
nella (1), si ha
:
i*r4 + i*r2
-
E2 + E3 + i*r3 + i*r1
- E1 = 0 , da cui risulta :
i = (E1+E2-E3)
/ (r1+r2+r3+r4) = - 0.25 (A).
Il segno negativo della corrente ci ricorda che il verso
reale è opposto a quello orario ipotizzato.
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CASO DI
CIRCUITO CON DUE
MAGLIE
Supponiamo
di dover calcolare le tre correnti i1,i2,i3 conoscendo
le 5 resistenze e le f.e.m. (E1, E2, E3).
Le resistenze r4 ed r1
sono in serie fra loro, (come pure r3 ed r5) e potrebbero
essere sostituite dalle rispettive somme.
Per prima cosa fissiamo a piacere i versi
delle tre correnti (i1, i2, i3) incognite ed
un verso di percorrenza della singola maglia.
Sapremo solo alla fine se i versi delle
correnti sono giusti e invertiremo il verso di quelle che dovessero risultare
negative.
Se ci sono tre incognite, ci servono tre
equazioni, per poterle calcolare. Dato che la
d.d.p. V(A) - V(A) = 0 qualunque
sia il percorso chiuso che si segue, scegliamo
a caso una prima
maglia (ad es. quella superiore), per la quale, tenendo conto del
fatto che le correnti nei due rami sono diverse tra loro (i1 ed i2),
scriveremo :
(1) i1*r4 + i1*r1 - E1 - E2 - i2*r2 =
0 e (2)
i2*r2
+ E2 + i3*r5 + E3 + i3*r3
= 0
E' necessario capire che una stessa caduta
di tensione (ad es. in r2)
può avere segno diverso nelle due maglie ed anche una stessa f.e.m. che
appartiene a entrambe le maglie.
Se avessimo scelto come verso di
percorrenza quello antiorario, avremmo
ottenuto le due
stesse equazioni (dato che i segni sarebbero stati tutti opposti).
Manca la terza equazione. Qualcuno potrebbe
pensare di percorrere la maglia periferica (primo e terzo lato), ma si otterrebbe
un'equazione non indipendente (perché
combinazione lineare delle due
già ottenute). (Anzi, per essere sicuri
di scrivere equazioni alle maglie sicuramente indipendenti, dopo aver considerato una
maglia, bisogna immaginare di .. tagliare uno dei rami fra i due nodi.
La terza equazione necessaria ce la fornirà il nodo B (o A), per il quale
si può scrivere :
(3) i1
+ i2 = i3
(principio di conservazione della carica elettrica o Primo
Principio di Kirchhoff).
TEST SULLA POTENZA ELETTRICA
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PREMESSA
AL CONDENSATORE
Immaginiamo
di caricare due dischi metallici, piani
e paralleli, di cui si
possa variare la distanza,
con una d.d.p. abbastanza alta di almeno un migliaio di volt).Chiudiamo
il tasto t per caricare il condensatore C.
Il generatore,
per caricare i due dischi (o armature), ha sottratto una certa carica + Q all'armatura di destra, che perciò rimane carica negativamente, e l'ha portata
su quella di sinistra.
Le due armature,cariche di segno
opposto, si attirano
e ci sembra
lecito aspettarsi che, se le allontaniamo, dopo aver
riaperto il tasto ' t ' la
d.d.p. V, debba aumentare (mentre le cariche rimarranno costanti), dato che il
generatore è stato staccato.
Questa
previsione è basata
sull'analogia (meccanica) con una
molla che viene allungata, per la quale
il lavoro fatto produce un aumento della sua energia potenziale
(elastica).
L'esperienza
conferma le nostre aspettative ed infatti il voltmetro o anche un comune elettroscopio rivela un aumento della d.d.p. fra le
armature.
Quindi due lastre conduttrici, separate da un isolante, che nel nostro
caso è
l'aria, consentono di accumulare
cariche elettriche con una d.d.p. che è tanto minore, quanto minore è la loro
distanza.
Se
paragoniamo la d.d.p. al livello
e la carica alla quantità di un liquido contenuto in un
recipiente, comprendiamo che due lastre
conduttrici realizzano per le cariche elettriche un insieme di capacità
tanto maggiore, quanto maggiore è la loro superficie e quanto minore è
la loro distanza Un condensatore può essere paragonato ad un ' magazzino di
carica ' a dislivello elettrico (d.d.p.)
relativamente basso.
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ANALOGIE FRA CIRCUITI CON RESISTENZE E CIRCUITI CON CONDENSATORI
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